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"Io sono ancora grande, è il cinema che è diventato piccolo! (Norma Desmond / Gloria Swanson - Viale Del Tramonto)

Eragon


Prendi un libro scritto da un adolescente trito di luoghi comuni sul mondo fantasy, sceneggialo con dialoghi rivisti da un seienne, fanne un film diretto da un quattrenne ed ecco Eragon!
Film del genere dovrebbero essere visti solo da appassionati di effetti speciali ma anche quelli sono poco riusciti. Ad esempio erano stati realizzati molto meglio i draghi di Harry Potter E Il Calice Di Fuoco, che come valore aggiunto non erano doppiati dalla vocina neutra da annunciatrice televisiva di Ilaria D'Amico, come invece accade in questo polpettone sciapo.
I due cugini protagonisti fin dall'inizio fanno pensare ad una sorta di Brokeback Mountain in salsa fantasy ma uno sparisce subito (ritornerà nel momento giusto in un capitolo successivo?) e l'altro si deve arrangiare con una maschiaccia nata... per la battaglia.
Di tutti i luoghi comuni del genere ce ne sono due assolutamente insopportabili.
Il primo. In questi film il re cattivo, in questo caso un John Malkovich nell'ennesima marchetta cinematografica, è sempre incastonato in spelonche buie e tetre. Ma cavolo, volete che un Re non abbia la possibilità di comprarsi un lampadario, delle candele, o di far togliere le ragnatele dai propri schiavi? Potreste mai immaginare la Villa di Arcore senza energia elettrica?
Il secondo. In questi film il Re cattivo ha sempre al suo servizio un mago più cattivo di lui. Cattiverrimo. Ed immancabilmente bruttissimo! Ma cavolo, un mago capace di sparare palle di fuoco o di trasformare acqua in vino non riesce a far qualcosa per le proprie rughe, per le occhiaie, per i denti gialli, per le doppie punte? Ma che razza di mago è? La Strega cattiva di Biancaneve non ha insegnato niente?

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