Le critiche lette in giro su questo pregevole film sembrano eccessive persino a me, che di solito non sono lieve nei miei interventi. Paragonare Incantesimo Napoletano ad un film-barzelletta alla Vanzina è riduttivo e scorretto.
Il film è diretto bene, anche troppo per dei registi esordienti, e meglio ancora recitato. Non indulge mai in battute facili o in turpiloqui, si mantiene magnificamente sul filo sottile di una narrazione lieve, scarna, ma non per questo povera.
I registi hanno fatto i conti con un budget non certo ricco che li ha obbligati a ricreare gli anni Venti in pochi ambienti e riducendo gli esterni all'osso (si intravede qualche scorcio della splendida Pozzuoli), ma questo semmai serve a concentrare ancora di più l'attenzione sulla splendida recitazione degli interpreti.
Il tema tocca le differenze tra milanesi e napoletani, e per estensione tra settentrionali e meridionali, ma non si ha mai l'impressione di vedere un film che parli di razzismo, semmai di accettazione del diverso quando il diverso è nella nostra stessa casa. In questo caso si tratta di diversità culturale, ma la figliola dei coniugi napoletani invece che milanese poteva essere nera, omosessuale, musulmana, insomma diversa dai suoi genitori che impiegano vent'anni per accettarla come loro figlia.
Non mi sembra una barzelletta, quelle lasciamole ai Vanzina. Incantesimo Napoletano è un film vero.
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