Viviamo tempi duri: le più alte cariche istituzionali ci insegnano che nella vita non contano i valori morali ma solo quelli materiali. La parola d’ordine è arricchirsi a tutti i costi, passando sopra tutto e tutti ed anche i cinematografari si adeguano.
Se fossi stato il figlio di Steno mi sarei dato da fare per far pubblicare il cult “Febbre Da Cavallo” in una versione decente su dvd, avrei osato una riedizione restaurata al cinema, invece i Vanzina figli non si fanno scrupolo di far rigirare il papà nella tomba saccheggiando maldestramente la sunnominata opera per confezionare questa banale e malriuscita pellicolina che nelle intenzioni doveva fare sfracelli al botteghino e per fortuna così non è stato.
Qualcuno si chiede ancora se esista una comicità di destra: forse è questa, fatta per non far pensare ma per rubare quello che di buono c’è stato nel passato per riprodurlo in maniera ancora più volgare e becera. Non a caso in una scena Mandrake ostenta, per coprire un giornale di corse di cavalli, Il Foglio di Ferrara.
Anche il mestiere di grandi come Proietti e Montesano e del futuro classico Carlo Buccirosso poco possono per risollevare le sorti del filmetto.
Più che un omaggio un affronto.
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