Chi ha trovato il primo capitolo cialtrone ed inutile (ed il sottoscritto non è tra questi) non potrà credere che possa essere stato realizzato un doppione tanto infimo.
Il film ha il raro dono di far vergognare lo spettatore come se fosse l’autore. Tra le cose più ridicole le solite scaramucce con mummie redivive, una mongolfiera formata da una “barca-navicella” quasi più grande del pallone che la deve sollevare e che oltretutto vola a reazione, mega ondate che travolgono la stessa mongolfiera ma non bagnano neanche i capelli dei passeggeri.
Dialoghi di rara stupidità, i personaggi che nel primo episodio pure erano interessanti qui sono delle sbiadite controfigure, quasi che assistessimo alle prove della messa in scena e non all’opera definitiva.
Frazer, che nel primo episodio non era certo un avventuroso Harrison Ford, almeno aveva il dono della simpatia ed un facciotto fascinoso. Qui sembra un impiegato comunale senza testosterone uscito da una canzone di Giorgio Gaber. I colpi di scena (reincarnazioni a catena, come se piovesse) non superano in umorismo involontario un capo tribù che sembra la controfigura di George Harrison.
Come se tutto questo non bastasse il bambino è un pupattolo insopportabile. Non basta il fascino magnetico di Arnold Vosloo a salvare la situazione.
Da dimenticare. Se umanamente possibile.
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