Premetto che in coda rivelerò il nome dell'assassino.
Il film comincia.
Claudio Santamaria, con la faccia da pazzo, con la voce da pazzo, con lo sguardo da pazzo, e pettinato come un pazzo, si avvicina alla Rocca e, con la voce da pazzo, le offre dei fiori, che lei, non essendo scema, rifiuta.
Adesso penserete: è pazzo, per vendicarsi farà una strage, sarà lui l'assassino che comincerà ad ammazzare gente nel film.
Ma Argento non è mica scemo che ti fa capire subito chi è l'assassino, soprattutto se non hanno ancora cominciato ad ammazzare nessuno. E Santamaria, oltretutto, è un poliziotto.
E così il film procede tra recitazione da rappresentazione di terza elementare (una costante del cinema di Argento, come cavolo farà a "non" far recitare chiunque, mah...), movimenti di macchina quasi inesistenti, assurdità ed incongruenze di trama, effettacci gratuiti, per scoprire alla fine che...
l'assassino è proprio Santamaria!
E che cavolo!
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